Virutero

Perchè e come metto musica me lo hanno chiesto in tanti! Vorrei cercare di essere sincero ed esaustivo quindi non vi dirò che amo la Guardia Vieja, piuttosto che Di Sarli e Troilo con delle incursioni di Pugliese e un pizzico di tango elettronico, questo lo avete già letto almeno un centinaio di volte!

Mi è sempre piaciuta la musica del tango, ancor prima di iniziare a ballare ascoltavo con grande ignoranza tutto quello che mi emozionava. La mia unica tensione emotiva era l’emozione senza alcuna preoccupazione che questa musica dovesse essere ballata, mi bastava l’ascolto in poltrona!

Dopo alcuni anni sono passato dalla poltrona ai primi vacillanti passi di tango che mi hanno aperto un universo di emozioni completamente differenti dalle precedenti, un ascolto musicale da una posizione/postura  diversa, in movimento, un movimento da adattare alla musica e da nobilitare con la stessa. Questa fase che ho condensato in poche righe sta durando da diversi anni durante i quali ho intrapreso diversi viaggi a Buenos Aires, dove ho potuto approfondire l’ascolto nelle miloghe autoctone, acquistare musica e vedere la stessa interpretata in maniera sublime da numerosi artisti.

Anni di frequentazione ed osservazione delle piste nelle milonghe  mi ha fatto molto pensare alla famosa e spesso sbandierata interpretazione del musicalizador in funzione del suo orizzonte di attesa.

Lungi da me negare la necessità di adattare la musica alla pista, sia ben chiaro, ma credo che la selezione musicale non debba prostituirsi alla pista, c’è la necessità del rischio nel proporre  musica, bisogna esporsi con il proprio gusto.

Non amo neanche  i salti nel vuoto e credo che la sperimentazione spinta  con testi o versioni troppo ricercate e spesso non facilmente ballabili sia più un’esigenza del tj che si vuole distinguere piuttosto che degli utenti finali che in milonga vogliono ballare e divertirsi senza sorbirsi delle mappazze che spesso farei ballare a chi le propone.

In realtà, a parte la struttura delle tande che è ripetitiva e le cortine con le quali si può giocare, non ci sono regole scritte ma credo che una serata debba cercare di avere un incipit e un excipit con un climax nel momento in cui c’è la sala più affollata e quindi con più gente che si sta divertendo.

La mia valutazione di una serata,  commenti degli utenti a parte,  è spesso in funzione di un mio giudizio: “quanto avrei ballato con la musica messa? ”

Spesso vedendo la pista  mi capita di invidiare i  ballerini  e questo è un vero piacere!

Milonga

La milonga emerse in Argentina negli anni settanta del 1800. Non fu un’anticipazione del tango ma una vera tradizione con il suo sound e le sue modalità di azione. Originata dai termini kimbundu e kikongo che significano, rispettivamente “ discussione” e “ file di ballerini in movimento”, la milonga favorì una tradizione di duelli estetici dove la litigiosità divenne poesia e lo scontro divenne danza.

Le prime milonghe furono coniate nelle pampas, che si estendono attraverso Argentina e Uruguay, proseguendo nell’estremo sud del Brasile fino allo stato di Rio Grande do Sul. Da ciò si giustifica la presenza di milonghe in portoghese e in spagnolo.

Alcune milonghe sono pregne di nostalgia ma la dominante è quasi sempre quella della competizione e della discussione, modalità condivisa con tradizione della payada, ossia il duello tra chitarristi che improvvisavano versi nelle pampas. Quando la payada giunse a Buenos Aires la città la rinominò milonga.La canzone passò alla danza con una vitalità che continua ad essere fortissima

Alcuni studiosi affermano che l’Europa conobbe la milonga  almeno a partire dagli anni trenta del 1600 quando gli ufficiali portoghesi presenti lungo la costa dell’Angola si lagnavano con Lisbona del fatto che la regina Nizinga, leader indigena dell’entroterra, inviasse messaggi , sfide ,– milonga- per persuadere le popolazioni locali ad unirsi a lei.

Questa gamma di significati portati in Argentina dagli schiavi giunti dall’Angola, mise radici nella regione rioplatese. Nel 1925 Enrique Vicente Arnold compose un capolavoro  della malinconia, ricordando i sentimenti espressi da Quevedo :

La muerte es vida vivida

la vida es muerte que viene

lLa vida no es otra cosa

que muerte que anda luciendo.

Ispirato da questo testo lo stesso Borges compose alcune milonghe che pubblicò nel 1965 in un volume intitolato Para las seis cuerdas. Affascinato dalla combinazione di battaglia e arte, decise di seguire la tradizione.